15/07/2021

15/07/2021

Luglio 15, 2021 0 Di

Oggi mentre ero alla scrivania al lavoro, sentivo che dietro di me un collega parlava con altri dello stato di salute suo dopo la seconda ‘puntura’ fatta ieri sera.

“Tutto bene“ diceva, “soltanto ieri sera appena tornato a casa, ho sentito una forte ‘vampata di calore’, poi più niente”

In quell’istante mi è arrivata un’emozione particolare, che avevo già provato ma non riuscivo così su due piedi a decifrare. Una triste pesantezza al centro del petto.

Sono dovuto rimanere a lungo su quell’emozione per decifrarla, ricondurla a qualche ricordo vissuto che me la potesse ri evocare. E dopo diverse ore, l’ho trovata.

È la stessa emozione provata quando alla visione di film di guerra vedevo un genitore salutare il proprio bambino prima della partenza, della deportazione, consolandolo che avrebbe fatto ritorno e che sarebbero stati ancora insieme, che non l’avrebbe abbandonato. Poi invece non si sarebbero più visti.

È La stessa emozione che ho provato in visita a certe stanze nei campi di concentramento o leggendo delle lettere di mio padre quando in tempi di guerra fu affidato a famiglie del nord Europa.

Ecco oggi, al suono di quella frase ho provato istantaneamente questa emozione profonda difficile da rievocare.

Quante anime adesso sono sole, perse, abbandonate.

Il padre si è separato dal figlio quella “vampata di calore” era un grido di addio, una voce rimasta inascoltata.

Ma sia fatta la Tua volontà Signore, non la mia.